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L’argento vivo

Luca Pellegrini è diventato in poco tempo una pedina fondamentale nello scacchiere tattico di mister Maran

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La dirigenza rossoblù ha allestito in estate una rosa valida che tuttavia restituiva più di un dubbio circa diversi ruoli specifici. In difesa ad esempio, le corsie laterali potevano contare su Srna, Pajac, Lykogiannis e gli adattati Padoin e Faragò. Un condizione di palese inadeguatezza che ha condizionato il cammino del Cagliari per tutta la durata del girone d’andata.

Il mercato di riparazione ha invece visto il ds Carli e i suoi collaboratori compiere un’importante rivoluzione, garantendo a Maran nuove e importanti pedine da inserire gradualmente nel proprio scacchiere.

Tra i diversi approdi invernali spicca forte il nome di Luca Pellegrini. Il terzino scuola Roma ha impiegato un battito di ciglia nel prendersi la titolarità della fascia mancina, sgravando di conseguenza l’encomiabile Padoin di un ruolo divenuto partita dopo partita sempre più gravoso.

Il mancino classe ’99, nonostante un’esperienza ridotta a una manciata di partite con i giallorossi capitolini e due gravi infortuni che ne hanno rallentato gli esordi, ha dimostrato di avere talento da vendere, grinta e una personalità che il nerazzurro D’ambrosio ha toccato con mano nella sfida della Sardegna Arena. Una feroce determinazione che unita ad una ferma convinzione nei propri mezzi, lo identificano come uno dei prospetti destinati a fare grandi cose nel panorama a tinte tricolori.

Virtù innegabili quelle restituite nelle cinque contese finora disputate in maglia rossoblù e che inducono una veloce e decisa riflessione circa una sua permanenza nell’isola dopo la chiusura della stagione corrente.

Pellegrini ha già risolto l’annosa questione riguardante la fascia mancina cagliaritana; alla dirigenza rossoblù spetta il compito di poter prorogare tale certezza, imponendo di conseguenza solide basi per una squadra che possa rivolgere lo sguardo verso obiettivi nuovi e ambiziosi.

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