Individuare all’interno del mondo del calcio esempi importanti e in grado di rappresentare un modello per i giovani non è un’impresa facile. In maglia rossoblù tuttavia Simone Padoin incarna senza dubbio il prototipo del professionista esemplare, umile, devoto al sacrificio e sorretto da un carattere battagliero mai al di sopra delle righe.
Nonostante una bacheca personale che vanta 5 Scudetti, 2 Coppa Italia e una Supercoppa italiana, Padoin ha saputo rivestire in questi anni di militanza nell’isola, il ruolo di antidivo per eccellenza.
Schierato da terzino destro o sinistro, oppure nel ruolo a lui più congeniale di mediano, ha elargito un contributo tutto cuore e impregnato di un’abnegazione tattica che non trova riscontri in altri interpreti della rosa a disposizione di Rolando Maran.
Nel match casalingo con la Fiorentina, Padoin ha restituito l’ennesimo e francamente non necessario argomento a sostegno di tale tesi. Subentrato all’ottimo Cacciatore durante le battute finali, ha compiuto un puntuale e preciso intervento in fase difensiva, dimostrandosi pronto, lucido e attento all’interno di una sfida che ha assicurato tre punti fondamentali per la permanenza nella massima serie.
Un bagaglio tecnico e umano che rappresenta per compagni e staff tecnico, una fonte inesauribile a cui attingere a piene mani.
Le 35 primavere sulla carta d’identità non prefigurano tante sfide all’orizzonte, tuttavia contribuire ad una nuova e decisa fase di crescita della formazione rossoblù, rappresenterebbe la degna conclusione di una carriera esemplare.